Home sweet Home, stoffa, acrilico, pizzo su tela
lauratriscritti ALL RIGHT RESERVED 2020
Laura Triscritti
PROJECT ROOM
«L’arte non dorme nei letti che sono stati preparati per lei, fugge appena si pronuncia il suo nome, ama l’incognito. I suoi momenti migliori sono quando si dimentica come si chiama». Jean Dubuffet (1901-1985).
SOGNOCOSCIENTE
l'arte consapevole del sogno
L’arte consapevole del sogno è un percorso evolutivo che ho iniziato a sviluppare nel 2006 alla luce degli insegnamenti ricevuti in ambito artistico, terapeutico, yogico, sciamanico e psicosciamanico. Il tema del sognare abbraccia confini di ricerca molto ampi ed è una materia di studio trasversale in senso umanistico e formativo, si adatta e trasforma a seconda dei contesti in cui si esprime definendo il luogo della frontiera creativa come uno spazio fertile per l’immaginario notturno e diurno.
Seguendo i propri sogni e la qualità della loro sostanza si scopre un cammino naturale e generativo. Il sogno è un’esperienza reale nel vissuto percepito di ognuno, una ricchezza spirituale, emotiva, intrinsecamente artistica e creativa. Un elemento costitutivo e nient’affatto paradossale per ciò che definiamo realtà. Un’esperienza singolare e intima ma anche plurale e condivisibile, socialmente limitata dalle credenze che condizionano l’uso dell’energia mentale principalmente per scopi produttivi e commerciali. Comprendere il sognare non vuol dire imparare a controllare o ridurre a mera interpretazione i sogni, è un invito ad abbandonarsi nel mondo simbolico sciogliendo le posture della mente e le sue identificazioni per dare spazio e voce al corpo sottile. Gli antichi insegnamenti dello Yoga indicano un’unica e luminosa coscienza tra i differenti stati di veglia, sonno con sogni e sonno profondo senza sogni che si esprimono nella meditazione e nella contemplazione. L’arte qui si manifesta come fenomeno generativo di una mente naturale, si offre come strumento per rappresentare e ri-conoscere il mito e l’immaginario, per esprimere e comprendere, curare e condividere, per poter vedere, ri-vedere e co-creare realtà.
STRUMENTI
Pratiche rivolte alla comprensione del proprio rapporto personale con il mondo onirico, immaginativo e creativo; alla dis-posizione, de-posizione e centratura del corpo-mente-cuore per il ricordo, l’evocazione, la chiarezza e la lucidità dei sogni. Tecniche per il buon sonno (Nidra Yoga), il risveglio e la veglia (Yoga, meditazione, corpo sottile, respiro, contemplazione e visualizzazione). Frequentazione del mondo creativo: flâneur e rêverie. Rielaborazione onirica e role play con: collage, disegno, oggetti, video e teatralizzazione del sogno. Diario dei sogni: come trascrivere il sogno senza perderlo e come trasformarlo. Vademecum per onironauti: definizione dei differenti fenomeni onirici. Creazione di trappole per i sogni, giochi, test di realtà e atti poetici. Cerchio del sogno, condivisione del sognare, pratiche di contatto e sessioni notturne condivise di incubazione del sogno di guarigione. ri-vedersi, partendo dalla rappresentazione nello spazio della memoria dei luoghi vissuti, attraversati o sognati.
COLLAGE
la poetica del frammento per il tutto
Il collage è l’atto di mettere insieme materiali diversi, unendo immagini o parti di immagine apparentemente distanti. Il risultato che si ottiene è la creazione di paradossi e siparietti nel gioco della rappresentazione più o meno volontaria. Tecnicamente si tratta di ritagliare e incollare immagini e materiali pre-esistenti seguendo la poetica del frammento. Essa si presta a temi e combinazioni infinite grazie alle associazioni libere o indotte, poetiche, ludiche ed ironiche che suggerisce.
La tecnica del collage permette di scrivere e ri-scrivere. In sintesi è un’operazione di ready-made, che permette all'oggetto o soggetto decontestualizzato di assumere nuove e diverse valenze in relazione o per associazione a diversi o nuovi elementi. Andrebbe distinta la sua valenza materica legata al semplice uso di carta materiali e colori a quella che gioca con immagini fotografiche o comunque portatrici di un immaginario definito, per cui dal collage passiamo al fotomontaggio. L'immagine fotografica , sia essa analogica o virtuale, si può realmente osservare e sentire solo quando si prende distanza dalla convinzione che essa descriva letteralmente la realtà. Occorre accedere invece alla composizione del pensiero e del sentimaento che guardano un'immagine e alla costruzione della realtà che si vuole vedere, quindi e finalmente immergersi nel linguaggio simbolico della rappresentazione.
IL COLLAGE DEI SOGNI
tra collage e sogno è strettissima ed in particolare con il sogno lucido, anche detto consapevole, in cui il sognatore sa di sognare e interagisce in tempo reale con gli eventi che si manifestano in sogno, decidendo senza giudizi e censure come e dove condurlo.
In questo senso, il collage induce alla rottura di schemi precostituiti in favore di una rivelazione fondamentale: si può essere registi della realtà, vederla, sceglierla, trasformarla e crearla a proprio piacimento.
ATLAS_ME
studio per la realizzazione di una Fanzine d'artista
Appunti di viaggio per la costruzione di un Atlante personale.
Laboratorio di Storytelling autobiografico come forma di esplorazione e scoperta di sé. Un viaggio creativo che attraversa il corpo e il suo rapporto con il ricordo e l’immaginario per creare un atlante personale, in cui raccontarsi e ri-vedersi, partendo dalla rappresentazione nello spazio della memoria dei luoghi vissuti, attraversati o sognati.
KORE
CON_TATTO
Il cervello è solo una delle soluzioni dell'evoluzione, che non premia il migliore ma il più adatto. Per noi, perché una cosa sia intelligente, deve somigliarci. Il nostro atteggiamento in biologia è preistorico, l'uomo al centro di tutto. (Stefano Mancuso)
Sentimento, fotografia
Sentimento, fotografia
Sentimento, fotografia
Sentimento, fotografia
Sentimento, fotografia
Sentimento, fotografia
Nel 1870 i fratelli americani Hyatt brevettarono la formula della celluloide con lo scopo di sostituire l'avorio usato per costruire le palle da biliardo. Questo dimostra che la plastica nacque come materiale ecologico. Come siamo arrivati arrivati a riempire il pianeta di plastica usa e getta? Una delle componenti che non viene più considerata nel rapporto con gli oggetti è la cura, l'affetto, l'appartenenza al mondo, l'unicità del rapporto. L'industria promuove il giocattolo sempre più bello, migliore e performante. Ma il gioco non lo fa il prodotto ne' la tecnologia.
Dicesi combinazione perfetta, quando uno dei giocatori posiziona i suoi simboli in modo che l'avversario sia minacciato da due file. Qulaunque mossa faccia, compirà sempre e comunque la mossa vincente.
PROGETTI
Se si deve giocare, bisogna decidere tre cose in partenza: le regole del gioco, la posta in gioco, e la durata. (Proverbio cinese)
La natura incarnata è fisica, psichica, emotiva, animica. Perciò la realtà è molte verità. Non solo punti di vista differenti ma piani esistenziali. Mondi paralleli fatti come sogni di consistenza diversa, dalla più grossolana alla più sottile. Mi affascina il potere dell'immaginazione e la capacità umana di creare dal nulla. Rifletto sull'umanità giocando con me stessa, in una relazione affettiva con gli oggetti e la natura. Come fanno i bambini, quando ricreano il mondo per riconoscerlo, mi sposto nella rappresentazione tra figurazione e poetica dei materiali. Nella tradizione indiana si chiama Maya quella divinità e quindi quell'esperienza fenomenologica che vela il mondo con l'illusione della creazione. Maya possiede tre poteri: celare, proiettare, rivelare. Tutto ruota intorno ad una scelta fondamentale: vivere nell'illusione inconsapevolmente o usare l'illusione per conoscere. La sua manifestazione dirompente è il Lila: il gioco.
PERCORSO
Ho sviluppato artisticamente una strategia ludica per potermi esprimere seriamente e profondamente, mettendo in scena la mia interiorità con la fotografia, la pittura, l'assemblage. Dal '95 al 2002 con altri sette artisti ho creato un gruppo di ricerca. Cercavamo l'origine del fare arte praticando ritualmente Yoga e sciamanesimo. Studiavamo mitologia comparata tra occidente e oriente, le filosofie orientali e la psicologia archetipica. Raccogliendo e metabolizzando pratiche ed esperienze progettavamo situazioni che coinvolgevano il pubblico con performance e installazioni. Nel 2003 ho crocifisso metaforicamente una Barbie, con quell'atto psicomagico rivendicavo il mio libero arbitrio a fronte del mondo mediatico e commerciale che colonizza l'immaginario. Da quel gesto, nacque nel 2005 Exit : il gioco come metafora, il rituale ritrovato per sacrificare un abusato feticcio e liberare l'anima giocante. La messa in scena dell'arte come rappresentazione per ottenere una catarsi. Portando avanti la mia intima collaborazione con la Barbie nelle serie di Principesse e Le jeu (2014/2019) esploro il campo delle emozioni, evocando miti e favole quotidiane tra nevrosi e rivelazioni. In True Love (2008/2019) vincono i meccanismi della proiezione e del transfer, il tema della plastica e della pelle, il confine tra real e fiction. La pittura dei dettagli in D_tales (2018/2019) racconta la natura affettiva ed esperienziale del rapporto con gli oggetti in senso diametralmente opposto al falso mito dell'oggetto di rappresentanza. Fare Anima (2019) schiude il senso del mio percorso per ritrovare la figura umana nel suo legame con la natura ancestrale, qui ricorda se stessa. Dal 2009 collaboro con un collettivo artistico (Effetto Larsen) che crea progetti di arte partecipativa sul tema della memoria (Mnemosyne) e dell'intelligenza collettiva (Stormo).
2014 Le jeau, galleria Avanguardia Antiquaria, Milano
2008 E-mozione, galleria Avanguardia Antiquaria, Milano
2005 Exit, installazione site specific, VI°rassegna dei giardini di ‘XPO, a cura di Antonella Cirigliano,
ex Ansaldo Bicocca in collaborazione con Enya Daniela Idda
Nasco a Parigi da genitori sardi, vivo lì la mia prima infanzia, proiettata in una dimensione cosmopolita ma con radici antiche che sanno di asfodelo, mirto ed elicriso. Tornando in Italia a Torino frequento le scuole d'arte e lo studio di pittura di Lella Burzio. Concludo la formazione in pittura all'Accademia Albertina di Torino negli anni '90. Comincio a studiare e praticare Yoga e Sciamanesimo, che per diversi anni insegnerò . Nel 2005 conseguo l'abilitazione per l'insegnamento delle discipline pittoriche. Nel 2015 conseguo un Master in Foto, video, teatro e mediazione artistica nella relazione d'aiuto (Università Pontifica Antonianum, Roma. Nuove Arti Terapie). Ho sempre lavorato in ambito artistico tra educazione, cura e arti performative. Vivo e lavoro a Milano.
PERCORSO
Ho sviluppato artisticamente una strategia ludica per potermi esprimere seriamente e profondamente, mettendo in scena la mia interiorità con la fotografia, la pittura, l'assemblage. Dal '95 al 2002 con altri sette artisti ho creato un gruppo di ricerca. Cercavamo l'origine del fare arte praticando ritualmente Yoga e sciamanesimo. Studiavamo mitologia comparata tra occidente e oriente, le filosofie orientali e la psicologia archetipica. Raccogliendo e metabolizzando pratiche ed esperienze progettavamo situazioni che coinvolgevano il pubblico con performance e installazioni. Nel 2003 ho crocifisso metaforicamente una Barbie, con quell'atto psicomagico rivendicavo il mio libero arbitrio a fronte del mondo mediatico e commerciale che colonizza l'immaginario. Da quel gesto, nacque nel 2005 Exit : il gioco come metafora, il rituale ritrovato per sacrificare un abusato feticcio e liberare l'anima giocante. La messa in scena dell'arte come rappresentazione per ottenere una catarsi. Portando avanti la mia intima collaborazione con la Barbie nelle serie di Principesse e Le jeu (2014/2019) esploro il campo delle emozioni, evocando miti e favole quotidiane tra nevrosi e rivelazioni. In True Love (2008/2019) vincono i meccanismi della proiezione e del transfer, il tema della plastica e della pelle, il confine tra real e fiction. La pittura dei dettagli in D_tales (2018/2019) racconta la natura affettiva ed esperienziale del rapporto con gli oggetti in senso diametralmente opposto al falso mito dell'oggetto di rappresentanza. Fare Anima (2019) schiude il senso del mio percorso per ritrovare la figura umana nel suo legame con la natura ancestrale, qui ricorda se stessa. Dal 2009 collaboro con un collettivo artistico (Effetto Larsen) che crea progetti di arte partecipativa sul tema della memoria (Mnemosyne) e dell'intelligenza collettiva (Stormo).
2014 Le jeau, galleria Avanguardia Antiquaria, Milano
2008 E-mozione, galleria Avanguardia Antiquaria, Milano
2005 Exit, installazione site specific, VI°rassegna dei giardini di ‘XPO, a cura di Antonella Cirigliano,
ex Ansaldo Bicocca in collaborazione con Enya Daniela Idda
Dicesi combinazione perfetta, la partita nella quale uno dei giocatori posiziona i suoi simboli in modo che nel momento finale, l'avversario sia minacciato da due file. È il momento in cui, qulaunque mossa faccia, l'avversario compirà sempre e comunque la mossa vincente.
La dimensione del whorkshop, del percorso o del laboratorio puo essere affrontata in molti modi a seconda delle possibilità e degli interessi. Sono esperta nella creazione e conduzione di laboratori e percorsi volti alla consapevolezza del corpo e al coinvolgimento della creatività dei partecipanti. Specializzata nell’insegnamento delle tecniche grafico visive e nell’utilizzo della mediazione artistica nella relazione d’aiuto. Nella mia formazione arte, yoga e teatro confluiscono nello studio approfondito della meditazione e del fenomeno onirico nelle dinamiche che intercorrono tra corpo e immaginario. Ho collaborato con l’Ass.Omeoart (Boiron) per la conduzione di laboratori creativi nel settore medico e con la compagnia teatrale Effetto Larsen,
è un’artista poliedrica e ispirata, una trasmettitrice e una ricercatrice del fare anima da oltre 20 anni. La sua intensa attività onirica l’ha portata a esprimersi artisticamente a ricercare e attivare in campo olistico pratiche di attenzione al sogno e di immaginazione attiva come strumenti di crescita e consapevolezza per la persona. È esperta nella creazione e conduzione di percorsi volti alla consapevolezza del corpo e della creatività, abilitata per l’insegnamento delle tecniche grafico pittoriche e l’utilizzo dei mediatori artistici nella relazione d’aiuto. Ha sempre lavorato in ambito artistico esponendo e collaborando a numerosi progetti e attività tra educazione, cura, arti visive e performative. Vive a Milano.
Laureata in pittura all’Accademia Albertina, si è formata in ambito performativo frequentando laboratori e percorsi con registi e attori. Ha praticato e insegnato Yoga per molti anni, ha conseguito l’abilitazione per l’insegnamento delle materie artistiche, un Master in foto video, teatro e mediazione artistica nella relazione d’aiuto e si è diplomata come operatrice Shiatsu (c/o IES). Ha collaborato come performer e visual artist, con il gruppo Anamani 96/2001e con il gruppo Lis (teatro sensoriale) 2003/2006, dal 2009 con la Compagnia Effetto Larsen per: Aggregazione -vincitore del premio per i giovani artisti alla biennale di Skopje-, Stormo e in particolare ha curato visual e allestimenti con documentazioni fotografiche e crezione di mappe in grande formato per Mnemosyne, un progetto site sensitive sulle memorie emotive ideato da Matteo Lanfranchi. Tra le tappe principali: La fabrique de Théâtre Belgio, Pergine Festival, Reggia di Venaria, Joanneum Museo Graz, Chartreuse de Neuville Normandia, ultima tappa nel 2021.